Di quello che papà ci ha lasciato la parte migliore ti sei presa
la collina rosa con il sughero le vacche sorcine e il toro grande
e m’hai lasciato pietre, cisto e lucertole.

Ma tu ti sei tenuto il ruscello e la casa e tutto quello che c’era dentro
le pere butirre e l’orto coltivato e dopo sei mesi che me n’ero andato
sembrava un cimitero bombardato.

Te ne sei andato a vivere coi signori, facendoti comandare da tua moglie
e i soldi di papà li hai spesi tutti in dolciumi, medicine e giornali
che tuo figliolo a quattro anni aveva già gli occhiali.

Ma mia moglie vive da signora e mio figlio conosce più di mille parole
la tua munge da mattina a sera e le tue figlie sono sporche di terra
e di letame e andranno a spostarsi a qualche servo pastore.

E tu quando sei partito soldato piangevi come un bambinetto
e dai padri delle tue avanti t’ha salvato tuo fratello
e se il coraggio che ti è rimasto è sempre quello ce la vedremo in piazza
chi ha la testa dura e nel frattempo mettimi la faccia in culo.