Ti sveglierai sull’indaco del mattino
quando la luce ha un piede in terra
e l’altro in mare
ti guarderai allo specchio
d’un tegamino
il cielo si guarderà
allo specchio della rugiada
metterai la scopa dritta
in un angolo
che se dalla cappa scivola
in cucina la strega
a forza di contare
le paglie che ci sono
la cima è già piena
è già cucita
Cielo sereno terra scura
carne tenera non diventare scura
non ritornare dura
Bel guanciale materasso
di ogni ben di Dio
prima di battezzarla
nelle erbe aromatiche
con due grossi aghi dritto
in punta di piedi
da sopra a sotto svelto
la pungerei
aria di luna vecchia
di chiarore di nebbia
che il chierico perde la testa
e l’asino il sentiero
odore di mare mescolato
a maggiorana leggera
cos’altro fare
cos’altro dare al cielo
Cielo sereno terra scura
carne tenera non diventare dura
non ritornare dura
e nel nome di Maria
tutti i diavoli da questa pentola
andate via
Poi vengono a prendertela i camerieri
ti lasciano tutto il fumo
del tuo mestiere
tocca allo scapolo la prima coltellata
mangiare mangiate
non sapete chi vi mangerà
Cielo sereno terra scura
carne tenera non diventare dura
non ritornare
e nel nome di Maria
tutti i diavoli da questa pentola
andate via.