Anche se il nostro maggio
ha fatto a meno del vostro coraggio;
se la paura di guardare
vi ha fatto guardare in terra;
se avete deciso in fretta
che non era la vostra guerra;
voi non avete fermato il vento:
gl’avete fatto perdere tempo.
E se vi siete detti
«non sta succedendo niente:
le fabbriche riapriranno,
arresteranno qualche studente»,
convinti che fosse un gioco
a cui avremmo giocato poco;
voi siete stato lo strumento
per farci perdere un sacco di tempo.
Se avete lasciato fare
ai professionisti dei manganelli,
per liberarvi di noi canaglie,
di noi teppisti, di noi ribelli;
lasciandoci in buonafede
sanguinare sui marciapiede;
anche se ora ve ne fregate,
voi, quella notte, voi c’eravate.
E se nei vostri quartieri
tutto è rimasto come ieri;
se sono rimasti a posto
perfino i sassi nei vostri viali;
se avete preso per buone
le verità dei vostri giornali;
non vi è rimasto nessun argomento
per farci ancora perdere tempo.
Lo conosciamo bene
il vostro finto progresso,
il vostro comandamento
‟ama il consumo come te stesso”;
e se voi lo avete osservato
fino ad assolvere chi ci ha sparato,
verremo ancora alle vostre porte
e grideremo ancora più forte:
Voi non potete fermare il vento:
gli fate solo perdere tempo.
Voi non potete fermare il vento:
gli fate solo perdere tempo.
Voi non potete fermare il vento…