Autore: Mario Bamonte
Introduzione
Il mio percorso “L’anarchico De André: il cantore della contestazione”, nasce dall’esigenza di rendere omaggio al mostro sacro per antonomasia della canzone d’autore italiana: Fabrizio De André.
Per me Fabrizio non è il semplice cantate. Fabrizio è un vero e proprio maestro di vita. E’ grazie a Faber che ho avuto modo di avvicinarmi al pensiero libertario e di scoprirmi più cristiano di quanto già lo fossi (un ateo che dà lezioni di spiritualità a un cattolico praticante). Oltre a De André vorrei parlare degli anni della contestazione,anni che mi affascinano molto, anni in cui avrei voluto vivere.
Sempre in questo percorso vorrei rendere omaggio anche ad altri due miei maestri: Pier Paolo Pasolini e don Lorenzo Milani.
Ora vi illustrerò come intendo muovermi.
Dopo aver illustrato l’opera di Guttuso in copertina, “Giovani innamorati” risalente al periodo del Maggio Francese, parlerò degli anni della contestazione italiana, ma prima chiarirò il pensiero politico di Fabrizio parlando di Bakunin.
Trattando il ’68 non è possibile non parlare di Pasolini e la sua sferzante poesia “Il PCI ai giovani”. Sempre parlando di Pasolini e pensando alla sua storia e ai suoi personaggi, mi preme trattare dei problemi dello svantaggio e della marginalità. A proposito di queste due piaghe, vorrei parlare di un sacerdote fiorentino, don Lorenzo Milani che spese la sua vita per l’istruzione dei figli degli operai e dei contadini. Un filo che collega il ’68, De André e don Milani è senz’altro l’obiezione di coscienza, e come non trattare questo argomento con Tertulliano?
Alla fine di questo percorso, prima di dimostrare il teorema di Lagrange, vorrei trattare un’ altra problematica che collega gli anni della contestazione con Faber e il mondo dello svantaggio e della marginalità: le tossicodipendenze.
Nella speranza di non annoiarvi, vi ringrazio anticipatamente per l’attenzione che vorrete riservarmi.
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